Cari Sodali,
abbiamo appena varcato la soglia della Settimana Santa e siamo più vicini alle feste di Pasqua.
Mi corre l’obbligo di aggiornarvi sulle nostre attività, ma mi preme anche il desiderio di farvi giungere i miei più sinceri e sentiti Auguri di Buona Pasqua.
Spiace di dover comunicare che la riunione culturale, prevista per il 21 aprile prossimo venturo, è stata sospesa a data da destinarsi; mentre si sta valutando il da farsi in merito alla riunione del 14 maggio, decisione che verrà presa insieme all’ASCAI e che verrà a suo tempo comunicata.
Stiamo tutti vivendo un po’ la nostra “Settimana Santa”. Che dire?
Il vangelo che la Chiesa, domenica scorsa delle Palme, ci ha fatto ascoltare metteva al centro la passione di Gesù. La Settimana Santa ci fa rivivere con Lui i suoi ultimi giorni e i vangeli, che la Liturgia della Chiesa ha scelto per la lettura quotidiana della Messa, scandiscono i suoi ultimi momenti terreni.
La Settimana Santa è un momento propizio dal punto di vista spirituale, perché è un “rivivere” più da vicino la nostra vocazione battesimale, cioè di essere seguaci di Gesù, ovvero di chi sta dietro, non davanti né di fianco al Maestro (cf. Mc 8, 33). È per questo che i primi discepoli hanno scelto di chiamarsi cristiani (At 11, 26).
Domenica scorsa abbiamo ascoltato le ultime parole di Gesù, parole oltremodo importanti, le ultime pronunciate prima di morire; parole che risuonano come commento di una vita. Eccole: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Mt 27, 46).
Sono forse queste le parole di un disperato? Sono forse queste le parole che possono esprimere lo stato d’animo di ciascuno in questa settimana?
Eppure, Gesù, anche nel momento più buio della sua vita terrena, non ha smesso di pregare. Le ultime parole di Gesù sono state l’ultima preghiera al Padre, sono l’incipit del salmo 22 (cf. Sal. 22/21, 2).
Gesù è il Maestro, colui che ristora chi si avvicina a Lui (Mt 11, 28) e colui che, quando è innalzato da terra, attira tutti e li porta al Padre (Gv 12, 32), proprio come quel serpente innalzato da Mosè nel deserto che, solo col guardarlo, divenne farmaco e antidoto contro il veleno mortale (Gv 3, 14-15). «Credi tu questo» (Gv 11, 26)?
Nei momenti più bui guarda il crocifisso, prega col salmo 22/21 e ascolta nel tuo cuore qual è il versetto che ti riverbera maggiormente e «confida del Signore» (Sal 37/36, 3).
Ecco quindi il mio più sincero e sentito Augurio di Buona Pasqua.
Il Primicerio.
don Davide Salvatori